Chi non risica non rosica - graduatoria ultimi sette giorni

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domenica 27 dicembre 2009

Please help the world - COP15 opening film

Ben riuscito l'accostamento di musica e immagini. Le voci dei bambini festosi vengono interrotte da una pioggia incessante e in pochi attimi una bambina si risveglia in uno scenario desertico dove l'unico suono udibile è il cigolio di un altalena . Il suono degli Archi dai timbri scuri e il ritmo incalzante apre le porte ad un nuovo scenario, la terra si apre e la bambina corre verso l'unico albero presente. Le forze della natura si scatenano, il cielo plumbeo ricopre la terra, le onde del mare avanzano minaccciose fino a costringere la bimba a trovare scampo aggrappata ad un ramo dell'unico albero esistente e che sembra resistere come un "Titano" alla forza della natura ormai fuori controllo. L'urlo angosciato della bambina che si sveglia dall'incubo ci riporta alla realtà. Il padre consola la bimba e insieme ascoltano su Internet le dichiarazioni rilasciate da importanti personalità sulla gravità della situazione del nostro pianeta. La bambina decide di filmare se stessa e lanciare la sua richiesta di aiuto: "Please help the world".
Voci di bambini innocenti rivolgono la stessa domanda al mondo intero Please save the World" .
Al termine del video ci ritroviamo ad essere un po' smarriti.

La nostra risposta sarà adeguata?

Buon ascolto e Buona visione.

Irene

sabato 26 dicembre 2009

Pooh - E non serve che sia Natale

Un utopia in musica?
La musica potrebbe cambiare la nostra vita?
Il testo di questa canzone sembra darci una speranza e con questa speranza vi auguro Buon ascolto e soprattutto Buon Natale!!

......."Dacci braccia per un amico che ci prova e non ce la fa.
Se ogni tanto ci fermassimo a pensare.
Se ci fosse tempo per ricominciare.
Se vivessimo e lasciassimo campare.
Sarebbe tutti i giorni un po' Natale. ".....


Pooh - E non serve che sia Natale

Quanta polvere fa il mondo mentre va,
copre tutto e non ci fa vedere più,
le stagioni i dubbi i figli e le speranze
e rincorriamo i sogni qua e là.
Che rumore che fa il mondo mentre va,
tra motori guerre soldi e gelosie,
confondiamo il giorno dopo
con l'eternità
e l'allegria con la felicità.
E intanto tra noi scommettiamo la vita
traversando da soli il mare
per scoprire cos'è che vale.
Facci uscire dal temporale
prima che ci trascini via.
Dacci strade per ritornare
dove non siamo stati mai.
E non serve che sia Natale
per scoprire di avere un cuore,
per capire, per sperare un po'.
Che fatica che fa il mondo mentre va,
tutti in corsa per un posto
in prima fila.
O sei primo o sei nessuno.
Tutto o niente.
E il senso della vita se ne va.
E intanto tra noi ci aggiustiamo la vita,
con amori e con medicine,
mentre il tempo ci scappa via.
Facci piangere per qualcuno
che ci lascia e non tornerà.
Dacci braccia per un amico
che ci prova e non ce la fa.
Se ogni tanto ci fermassimo
a pensare.
Se ci fosse tempo per ricominciare.
Se vivessimo e lasciassimo campare.
Sarebbe tutti i giorni un po' Natale.

Irene

Pink Floyd - Lost for words

Stupenda canzone dei Pink Floyd che mette in risalto il problema dell'incomunicabilità tra le persone in questa società moderna. Incomprensibili dinamiche di gruppo che a volte si instaurano tra le persone.

"........................Mentre sprechi il tuo tempo con i tuoi nemici
Ingolfato in un febbrile rancore "..."Quando il Giusto se n’esce dalla porta, non vedi i tuoi giorni rovinati dall’oscurità? "...""Bloccato in un mondo di solitudine
Mentre l’edera cresce sulla soglia Così apro la porta ai miei nemici ........E gli chiedo “potremmo cancellare la lavagna?” Ma mi dicono per favore di andare a farmi fottere "


Perso tra le parole (dal web)

Stavo trascorrendo il mio tempo in depressione
Ero catturato in un calderone d’odio
Mi sentivo perseguitato e paralizzato
Pensavo che tutto il resto potesse aspettare
Mentre sprechi il tuo tempo con i tuoi nemici
Ingolfato in un febbrile rancore
Oltre la tua visione angusta la realtà svanisce
Come ombre nella notte
Martoriarti nella cautela
Non ti aiuterà per niente
Perché non ci sarà salvezza nei numeri
Quando il Giusto se n’esce dalla porta
Non vedi i tuoi giorni rovinati dall’oscurità?
É vero che batti i pugni per terra?
Bloccato in un mondo di solitudine
Mentre l’edera cresce sulla soglia
Così apro la porta ai miei nemici
E gli chiedo “potremmo cancellare la lavagna?”
Ma mi dicono per favore di andare a farmi fottere
Sai che non puoi proprio vincere.



I was spending my time in the doldrums
I was caught in a cauldron of hate
I felt persecuted and paralysed
I thought that everything else would just wait


While you are wasting your time on your enemies
Engulfed in a fever of spite
Beyond your tunnel vision reality fades
Like shadows into the night


To martyr yourself to caution
Is not going to help at all
because ther'll be no safety in numbers
When the right one walks out of the door


Can you see your days blighted by darkness?
Is it true you beat your fists on the floor?
Stuck in a world of isolation
While the ivy grows over the door


So I open my door to my enemies
And I ask could we wipe the slate clean
But they tell me to please go fuck myself
You know you just can't win


Irene

Horowitz Plays Scriabin Etude Op. 8 No. 12

Ascoltate questo brano suonato dal celebre pianista Horowitz. Energia e delicatezza riescono a scaturire dal tocco delle sue dita sul pianoforte. La chiarezza del fraseggio, le variazioni agogiche e dinamiche, riescono a magnetizzare l'attenzione di chi ascolta e trasportare rapidamente tutto il nostro essere in atmosfere dense di passioni altalenanti che scorrono attraverso di noi, ci pervadono lasciando un impronta indelebile. Una struggente passione che nasce in modo graduale e a un tratto sembra quasi stemperarsi nella dolcezza della melodia per poi esplodere in un crescendo fatto di accordi ribattuti che si conclude nel finale con una progressione di accordi arpeggiati nel registro acuto, quasi a voler raggiungere l'apice del discorso musicale terminando su due incisivi accordi finali. La contrapposizione di chiaro oscuri, la mano destra nel registro acuto e la sinistra che scorre sulla tastiera nel registro grave, scuotono il nostro essere.
Irene


giovedì 24 dicembre 2009

Borodin In Central Asia


Borodin In Central Asia (dal web) Trama:
“Nel deserto dell’Asia Centrale si ode per la prima volta il motivo di una pacifica canzone russa. Si ode lo scalpitìo di cavalli e cammelli sempre più vicino, si odono i suoni del motivo orientale, sempre allo stesso tono. In mezzo alla steppa sconfinata passa una carovana di indigeni, scortata dall’esercito russo. La carovana farà il suo lungo viaggio con fiducia e senza paura, sotto la protezione della minacciosa forza militare dei vincitori. La carovana se ne va sempre più lontano. I motivi pacifici di vinti e vincitori confluiscono in una sola armonia, che ode risuonare a lungo nella steppa ed alla fine si smorza in lontananza”.

Vorrei ascoltare con voi questo stupendo brano di Borodin" intitolato "Nelle steppe dell'Asia Centrale". Con grande maestria questo musicista è riuscito a descrivere due popoli completamente diversi uno dall'altro. Un popolo guerriero e un popolo nomade dedito alla pastorizia che ad un certo punto, pur mantenendo le loro rispettive identità, riescono ad armonizzarsi, a diventare complementari. Le reciproche melodie, piena di energia e decisa quella dell'esercito russo, serena e pacifica quella del popolo nomade, si sovrapponono in piena armonia. Ed è a questo punto che ci si accorge come la loro diversità non sia un ostacolo alla pacifica convivenza. Il dialogo tra i motivi che si sovrappongono è armonioso. Con un po' di fantasia la carovana scortata dall'esercito russo si materializza e appare all'orizzonte . Un piccolo punto all'orizzonte che lentamente prende forma man mano che si avvicina a noi. Ecco i cavalieri russi,
ed ecco i nomadi che con i loro cammelli carichi di merci ci passano accanto. Passano oltre e si allontanano sempre più sino a diventare un piccolo punto all'orizzonte che svanisce esattamente così come era comparso.

Irene

A. Corelli - (6/6) Concerto grosso op. 6 Nr. 8 - VI. Pastorale

Una dolce musica che tutti possono comprendere. ...lasciatevi trasportare nota dopo nota e vi sentirete parte di un magico momento che si rinnova ogni anno ma che per conservare la sua magia deve durare pochi istanti. E così, a mezzanotte, al suono delle campane festose, per pochi attimi una sensazione di pace attraverserà tutto il nostro essere. Sta a noi conservare questa pace nei nostri cuori per poi condividerla con il nostro prossimo.
Buon Natale a tutti.
Irene

sabato 19 dicembre 2009

Universal Mother - Ancient Chants, Blissful Grooves

Passatopresente

La brezza gentile accarezza il mio corpo
chiudo gli occhi
profondi respiri
ricordi lontani mi attendono
mi invitano
mi inondano
echi di nostalgia
dolce profumo di un tempo passato
e sono,
semplicemente sono
volteggio nella mia fantasia
l'universo in me
acqua aria sole terra luna
indefiniti orizzonti
dove approdare.

Irene

giovedì 10 dicembre 2009

Maurizio Pollini plays Chopin Nocturne no. 8 op. 27 no. 2

La mano sinistra, con un arpeggio tenue e delicato, apre la strada alla melodia che lentamente prende corpo attraverso sonorità sempre più soffici e impalpabili. Il tema musicale sembra a tratti fluttuare nell'aria sostenuto da delicati arpeggi che mantengono la melodia stabile, in equilibrio nel suo incedere a volte calmo, a volte contemplativo, a volte passionale, istintivo. Arpeggi che accompagnano la melodia con determinazione e forza nei momenti di massima tensione espositiva. Con leggerezza, la melodia, sospinta attraverso un incedere lento ma sempre più deciso, viene a manifestare tutta la dolcezza e l'energia vitale che si genera nel suo divenire. I suoni sembrano avvolgerci in una spirale che ci trascina all'interno della trama compositiva facendoci assaporare le innumerevoli sfaccettature sonore che nascono e si evolvono al suo interno. La melodia incalza in un crescendo, una tensione che giunta al suo culmine si stempera in una
soave melodia espressione di una profonda e pacata serenità. Una cascata di note ci riporta alla dolcezza iniziale e a una conclusione decisamente matura, piena di consapevolezza del raggiungimento della meta a cui tende tutto il discorso musicale. La tensione sembra placarsi lentamente ed il finale sfuma in un pianissimo che sembra quasi cullarci prima di sfiorarci e svanire definitivamente nel nulla.
Irene

lunedì 30 novembre 2009

Fel shara

Fel Shara canet betet masha (Stava camminando sulla strada)
la signorina aux beaux yeux noirs (la signorina con gli stupendi occhi neri)
come la luna etait la sua facia (come la luna era il suo viso)
qui eclairait le boulevard (che schiariva la strada)
Volevo parlar shata metni (Volevo parlare con lei)
because her father was a la gare (perché suo padre era alla stazione)
y con su umbrella darabetni (e lei mi colpì col suo ombrello)
en reponse a mon bonsoir (in risposta al mio "buona sera")
Perche' my dear tedrabini (Perché mia cara mi colpisci)
kuando yo te amo kitir (quando io ti amo così?)
and if you want tehebini (e se tu vuoi mostrarmi il tuo amore)
il n'y a pas lieu de nous conquerir (non è possibile conquistarci)
Totta la notte alambiki (Attenderò tutta la notte)
et meme jusqu'au lever du jour (anche fino al nascere del giorno)
and every morning ashtanaki (ed ogni giorno sarò lì)
pour le voue de notre amour... (per il voto del nostro amore)

(dal web)
L'amore non corrisposto come incomprensione linguistica? Incomprensioni linguistiche (e non), questa canzone popolare di origine turca fu riciclata all'inizio del ventesimo secolo in diverse versioni, quasi tutte con la medesima storia. Da raccontare il dramma dell'immigrazione e dell'incomprensione linguistica e culturale, divenne il racconto "comico" di una amore impossibile. Il testo cabarettistico è un mix di spagnolo, arabo, italiano,
inglese, francese e "maccaronico".

La semplicità di questa melodia, il suo ritmo allegro e saltellante, la musicalità delle parole al di fuori del loro significato linguistico, contribuiscono a rendere questa melodia interessante e piacevole da ascoltare.
Irene

domenica 6 settembre 2009

 

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